2024

Bayo Akomolafe 3 Fabrice Olivier Dubosc - Abterapia, per una decolonizzazione del pensiero della cura

 “Il feticcio supremo della modernità è forse la nozione di individuo. Avulso da relazioni ecologiche, pixelato all'interno di uno spazio sensoriale e cognitivo funzionale ai ritmi imposti da una forma di economia divorante e cieca. Ma il feticcio non funziona più e le soluzioni proposte continuano a far parte del problema. La salute

non può fondarsi sul diniego dell’intreccio ferito con un pianeta vivente, né l’idea di cura ridursi alla ricerca di rimedi palliativi per la crisi di una modernità che nessuna“soluzione finale” può “guarire” con una delirante formattazione di ciò che dev’essere

normalizzato.”

È invece nelle crepe della crisi che qualcosa di diverso può emergere.

Aggiungendo il prefisso ab (che indica il muoversi “da”) Bayo Akomolafe propone un pensiero “in fuga” dalla psicologia adattiva verso ecologie della salute e della cura in continua tensione verso un “altrimenti” fertile e animato.

La sessione mattutina proporrà un workshop esperienziale, quella pomeridiana elementi di riflessione e confronto.

Bayo Akomolafe psicologo clinico e filosofo nigeriano intreccia il pensiero critico contemporaneo con le intuizioni della tradizione Yoruba. Pur avendo privilegiato la libertà del pensiero nomade alla carriera universitaria è in dialogo continuo con gli ambiti di ricerca più creativi in molteplici contesti. Ha fondato The Emergence Network. Nel 2022, è stato nominato primo Global Senior Fellow (o “provocatore residente”) dell'Othering and Belonging Institute dell'Università di Berkeley (California). In italiano è uscito il suo “Queste terre selvagge oltre lo steccato - lettere a mia figlia per far casa sulpianeta ” (Exòrma 2023).

fabrice olivier dubosc è psicoterapeuta etnoclinico e ricercatore decoloniale. Dialogando con Bayo ritrova con gioia tracce di temi emersi a più riprese nel proprio percorso. Infatti ha tradotto il suo libro.

 

2023

Natale Losi - “Realismo magico, genogramma immaginario, auto-mito-biografia.”

Il genogramma immaginario è uno strumento di lavoro innovativo e utile nel lavoro psicoterapeutico e, più in generale, nelle professioni basate sulle relazioni interpersonali, come l’insegnamento. Realismo magico e genogramma immaginario sono in sintonia.

Infatti, come il realismo magico, il genogramma immaginario non intende allontanarsi dalla realtà , al contrario, attraverso l'intuizione, la réverie, la fantasticheria, aspira a far emergere tutti quegli aspetti della realtà , apparentemente irrilevanti, che tendono a rimanere sullo sfondo, ed entrare così nelle dimensioni oniriche, paradossali, immaginifiche solitamente anestetizzate.

In questa prospettiva genogramma immaginario e realismo magico aprono la strada alla costruzione di una propria “auto-mito-biografia”.

Il seminario, terza esperienza della Scuola Etno-Sistemico-Narrativa su questi temi, sarà condotto da Natale Losi, Direttore della Scuola, in collaborazione con i didatti della Scuola e la partecipazione straordinaria di Bart Reterink , che condividerà un’esperienza di comunità * orientata a una ristrutturazione identitaria attraverso un rituale collettivo: “the silent water” (το σιωπηλό νερό ) [l’acqua del silenzio]. Il documento video filmato e presentato da Bart Reterink riguarda un rituale collettivo che si è recentemente svolto in un’isola greca.

2022

Natale Losi - Realismo magico e Genogramma immaginario

Natale Losi e Pietro Barbetta - Metalogo per un diverso approccio sistemico

Michel Foucault è ancora “inattuale”?
Prendere posizione per le nuove follie. Dalla Storia della follia, fino alle lezioni sugli Anormali e il Potere psichiatrico, Foucault è lo studioso che più di chiunque altro è andato a scandagliare le forme del trattamento nel campo della salute pubblica e, con queste opere, della salute mentale. L’immagine del Panottico resta la più suggestiva e sintetica idea di come funziona il sistema del potere nella modernità.

Il pensiero e l’approccio sistemico derivati dal pensiero psicoanalitico.
n una prima fase in forma di rottura con il pensiero psicoanalitico dominante, in una seconda fase in assonanza con alcune esperienze psicoanalitiche che si sono distanziate dal dominio della psicoanalisi classica. Ad esempio alcune figure del dissenso interne al movimento psicoanalitico come Ferenczi, Fachinelli, Bollas, Orange e altre/i interpreti della dimensione relazionale presente nel pensiero di Freud; nonché le esperienze di psichiatria sociale: Basaglia, Laing, Guattari, Fanon.

 

2021

Arianna Cecconi - Quando i sogno svelano la società: un viaggio etnografico nella notte.

Se la notte è stata per molto tempo considerata una parentesi nei ritmi e nelle dinamiche della vita sociale, in questo seminario saranno i sogni e il sonno a svelare diversi territori e realtà culturali.

Arianna Cecconi, attraverso l'esperienza etnografica nata sulle Ande Peruviane, continuata in Spagna e, attualmente, nella periferia di Marsiglia, rifletterà sulla dimensione collettiva e performativa dei sogni che, come dei “sismografi”, permettono di avvicinarsi alle crisi sociali, alla guerra, alla migrazione e alla vita precaria nelle periferie.Influenzati dagli avvenimenti sociali, al tempo stesso i sogni partecipano alla loro rielaborazione. Si parlerà della realtà e dei sogni, del sonno e della veglia, del giorno e della notte non in termini di opposizione ma di interazione. Si descriveranno infine i nodi problematici di una ricerca-azione dove gli sguardi e i saperi degli abitanti, degli attori del territorio, della medicina, della psicologia e dell’antropologia diventano complementari, ma possono anche generare incomprensioni.

Il seminario avverrà attraverso un dialogo con Natale Losi, direttore della Scuola Etno-Sistemico-Narrativa (ESN), nella prospettiva di elaborare spunti, strumenti e riflessioni utili alla pratica clinica in un'ottica ESN.

2020

Marcello Packman - A fior di pelle

La pandemia è un fenomeno complesso e impuro nel quale si intrecciano molteplici elementi: il virus, i nostri organismi, le condizioni sociali, culturali e politiche in cui si sviluppa l’infezione nonché la nostra esperienza quotidiana nella sua materialità. È però anche un tempo di miti che ritornano. Il mito, non solo ha la funzione di completare gli spazi lasciati vuoti dalla razionalità, ma agisce altresì laddove il logos appare completo e compiuto, in modo ancor più efficace quanto più nascosto.

Arianna Cecconi - I sogni vengono da fuori? Uno sguardo antropologico sulla notte e la società

“I sogni vengono da fuori”, dicono i comuneros quechua che vivono sulle Ande peruviane. Perché sogniamo? Da dove vengono i sogni?  Messaggi delle divinità, visite delle anime dei morti, desideri repressi che approfittano del buio per parlare…Risposte diverse a seconda delle epoche e delle società. A partire da una ricerca etnografica nata sulle Ande Peruviane e poi continuata in Europa, si tratterà di rimettere in discussione la dicotomia sogno e realtà. Si esploreranno diversi modi di sognare, raccontare, interpretare e farsi ispirare da quello che accade in quella metà della vita che passiamo addormentati. La recente pandemia e il confinamento diventeranno anche un'occasione per parlare di come gli avvenimenti storici e le crisi sociali entrano nei nostri sogni creando una trama onirica collettiva.

2019

- Tobie Nathan, Catherine Grandsard e Nathalie Zajde

Il mondo è in movimento come non mai. Le frontiere sembrano essere scomparse ed emerge drammaticamente una questione: come accogliere gli “altri”. Come evitare di maltrattarli, respingerli, ignorarli?

Se dovessimo esprimere in sintesi l’etnopsichiatria sviluppata da Tobie Nathan, si potrebbe definirla come “una psicologia che pensa l’ospitalità”. Il dispositivo della consultazione creato da Tobie Nathan nel 1979, che riunisce attorno al paziente e ai suoi, gli operatori socio-sanitari che l’hanno in carico e l’equipe multi etnica e pluri-professionale di etnopsichiatria e almeno un mediatore etno-clinico, permette di accogliere il paziente, malgrado la sua vulnerabilità e le sue sofferenze, innanzitutto come un soggetto ricco della sua cultura, del suo mondo, portato da un gruppo e da forze, a un primo sguardo, spesso invisibili. Isabelle Stengers, nella prefazione di “Non siamo soli al mondo” di Tobie Nathan, scrive a proposito dell’etnopsichiatria del Centre Devereux: “È imperativo di non appropriarsi di un’idea di universalità, di non fare di “noi” i suoi rappresentanti… E soprattutto di non approfittarsi della debolezza e della confusione dell’altro per tentare di convertirlo in un “qualunque” .

Tobie Nathan propone d’accogliere e curare i soggetti con sofferenze psichiche non come dei “qualunque” (Psicoterapia democratica, Raffaello Cortina 2013), degli umani universali e anonimi e banali, inseriti in un universo popolato da soli umani, ma come degli esseri connessi a delle forze, a dei “proprietari” che sono la condizione della loro individualità e che sono l’origine, sia del loro malessere, sia delle loro risorse e guarigione.

L’etnopsichiatria si sforza di mettere in luce la razionalità, l’intelligenza e la logica del funzionamento di questi non umani, che accompagnano e obbligano gli umani. Accogliere gli esseri umani venuti d’altrove consiste allora nel dotarsi dei mezzi per accogliere degli autentici “stranieri”, ovvero i non-umani – gli dei, i morti, gli spiriti, gli antenati, ecc. – che accompagnano i migranti che noi riceviamo. Ma, il presupposto a questo, come scrive Nathan nelle sue opere (L’étranger ou le pari de l’autre, Edizioni Autrement 2014 e Quando gli dei sono in guerra, La Scuola 2017), è il riconoscimento che se gli umani sono tutti uguali, i loro “proprietari”, le loro divinità, i loro demoni, i loro spiriti, i loro antenati, sono ben differenti e spesso antagonisti: “Se accettiamo in qualche modo questa descrizione dei conflitti planetari, allora possiamo facilmente immaginare che la Terra sia diventata uno spazio di scontro tra divinità che conservano, ciascuno un proprio progetto, oggi obsoleto, di una conquista totale del mondo”. (Quando gli dei sono in guerra, La Scuola 2017).

Le due giornate di formazione all’etnopsichiatria, del 2 e 3 marzo 2019, animate da tre membri dell’equipe del Centre Georges Devereux: Tobie Nathan, Catherine Grandsard e Nathalie Zajde, offriranno l’occasione di illustrare questi temi anche attraverso la discussione di situazioni cliniche seguite al Centre Georges Devereux. Tobie Nathan rifletterà su qualche divinità, attraverso la loro interazione, i loro statuti religiosi, i loro legami con gli umani che le sostengono, le onorano o le rinnegano. Catherine Gransard presenterà dei casi di Minori non accompagnati, bambini e costruzione identitaria, “inviati” da gruppi culturali e sociali invisibili, seguiti nella consultazione di etnopsichiatria e particolarmente delle ragazze toccate da problemi di “stregoneria”. Nathalie Zajde, seguendo il concetto nathaniano di “qualunquificazione”, proporrà una nuova comprensione della distruzione degli ebrei nei campi di sterminio nazisti, dei traumi della Shoa e della loro trasmissione alle generazioni seguenti; infine svilupperà il principio di “de- qualunquificazione” come processo psicoterapeutico.

Marcelo Pakman - Micro-politiche ed esperienze singolari nei processi migratori. Un approccio clinico

I confini tra etnicità e culture, diversamente dalla spinta spesso trasmessa loro da forze politiche rigide, possono essere potenzialmente fluidi e aperti al cambiamento. Questo è particolarmente vero per chi esperimenta questi confini come situazioni di vita caratteristiche nei propri ambienti sociali, e consente alla terapia di avere la possibilità di dare spazio alle individualità e di esplorare il doppio cieco tra il proprio e altri gruppi etno-culturali, in particolare quando sostengono le micropolitiche della migrazione e della vita delle minoranze. Durante il seminario esamineremo situazioni cliniche portate dai partecipanti ed esploreremo i cambiamenti sperimentati dalle famiglie e dagli individui attraverso i processi migratori. Analizzeremo anche i processi di riduzione del rischio che potrebbero essere attuati per evitare forme ideologiche e burocratiche d’ingegneria sociale, che spesso i servizi sociali tendono ad attuare.

- Pietro Barbetta - Due regimi di follia: delirio segretario e delirio radiale

A partire dal testo di Gilles Deleuze “Due regimi di follia”, Pietro Barbetta ha parlato delle differenze tra delirio segmentario e delirio radiale. Il primo è stato esemplificato attraverso l’opera di Antonin Artaud, il secondo attraverso l’analisi di casi clinici.

2017

Nathalie Zajde Nathan - L’etnopsichiatria a confronto con le nuove sfide psicologiche: la riflessione attuale e la pratica clinica al Centre Devereux di Parigi

Durante il seminario, che è parte integrante del Corso di perfezionamento sulla presa in carico etnopsichiatrica, verranno discusse le nuove sfide e le riflessioni attuali dell’etnopsichiatria relative al trauma, all’attaccamento e alla psicoterapia attraverso due problematiche: accogliere lo straniero e la violenza sulle donne.

Accogliere lo straniero

Si affronteranno i casi di presa in carico dei minori non accompagnati e isolati a Parigi. Si mostrerà come il dispositivo etnopsichiatrico, ideato da Tobie Nathan nel 1979 all’ospedale Avicenne di Bobigny, permetta di capire e conoscere meglio i giovani migranti e di migliorare l’accoglienza e la cura che le società occidentali forniscono a questi “eroi, messaggeri della modernità”.

Violenza sulle donne

Si tratteranno questioni legate alla comprensione, la gestione e la psicoterapia delle violenze sulle donne, in situazioni familiari (esempio di una famiglia magrebina) o nel quadro di conflitti politici (esempio dell’Africa sub sahariana)

Marie Rose Moro - Amare le nostre differenze, amare incontrarsi!

Dall’esperienza transculturale in numerosi ospedali parigini, Marie Rose Moro discuterà della diversità linguistica, sociale e culturale dei bambini appartenenti alle minoranze culturali e delle loro famiglie, come opportunità e risorsa per la società contemporanea. Nel corso del seminario sarà presentata anche la situazione clinica di un bambino curato in un dispositivo transculturale. Mostreremo come, al di là della cura, tale intervento culturale è utile per la prevenzione e il successo scolastico di questi bambini nella società che li accoglie. Infine, sarà discussa l'idea che la diversità culturale non è solo un'opportunità per i bambini delle minoranze, ma anche per la maggioranza e per la società nel suo complesso.

La differenza è un'occasione d'incontro tanto nella clinica quanto nella vita!

Fabrice Olivier Dubosc - Oltre le politiche dell’inimicizia: spunti interdisciplinari per una clinica della Crisi

"La trasformazione della guerra nel pharmakon della nostra epoca ha liberato passioni funeste che poco a poco, spingono le nostre società a uscire dalla democrazia e a trasformarsi in società dell'inimicizia."
Achille Mbembe

La costellazione della crisi contemporanea include:

1. Il Grande Esodo Migrante  2. La crisi ecologica 3. L'accelerazione esponenziale del capitalismo finanziario, l'aumento delle disuguaglianze e la crisi del lavoro. 4. L'intreccio tra capitali, innovazione tecnoscientifica e manipolazione del vivente.

La reazione paranoide alla crisi include i rigurgiti nazionalisti, il razzismo, l'attacco alle narrazioni solidali. La tentazione di molte democrazie è di prescrivere i vecchi rimedi della guerra e dell'inimicizia per insaldare paradossalmente il vincolo sociale a partire dall'esclusione. Tutto ciò ci pone di fronte a una revisione dei rapporti tra violenza e legge, norma ed eccezione, sicurezza e libertà. E interroga le nostre idee e le nostre pratiche rivelando i doppi vincoli che fondano la storia sullo sfondo della pulsione di morte.

Il seminario propone un approfondimento di spunti interdisciplinari a partire dai più interessanti interpreti del pensiero critico contemporaneo, per avvicinare le sfide del presente e coniugare la clinica con un'emergente consapevolezza civile ed ecosistemica. Vedremo come forme più evolute di elaborazione del lutto consolidino le risorse necessarie alla resistenza e al rinnovamento culturale.

2016

Pietro Barbetta - Il delirio di Babele. Lingue materne, lingue matrici, lingue matrigne

Il seminario si è svolto a partire da un capitolo che Pietro Barbetta ha scritto nel libro, a cura di Marie Rose Moro e Rita Finco "Minori o giovani migranti", pubblicato per l'Harmattan Italia. La Babele delle lingue si presenta nel campo del confronto terapeutico con lingue diverse, nel campo della comunicazione schizofrenica, nel campo della letteratura moderna, con Lewis Carroll, James Joyce, Antonin Artaud, Louis Wolfson. Durante la mattinata, dopo una breve presentazione dell'argomento, è stato presentato un caso clinico, nel pomeriggio sono state discusse con il gruppo in formazione le questioni emerse.

2015

Gabriele Profita - Il malinteso nelle relazioni di cura

Il malinteso è ancora abbastanza ignorato nelle relazioni di cura, in modo particolare con i pazienti stranieri. Il seminario vuole occuparsi preliminarmente di definire cosa debba intendersi per "malinteso", termine sotto il quale, sono rubricate diverse accezioni che possono generare altri malintesi. Sembra che sotto questa parola s'intreccino e a volte, si nascondano significati non definiti con chiarezza. Il malinteso è un abile simulatore.

Se il malinteso è una costante della vita di relazione e un percorso infido che percorriamo ogni giorno, esso si acuisce nelle differenze di genere, di generazione, di cultura.

Tuttavia, il malinteso può rappresentare un momento di confronto e di superamento delle difficoltà relazionali, se lo s'interroga con perspicacia riflessiva. Esso quindi costituisce un segnale, un ostacolo, una chiave che permette di affrontare tutte quelle situazioni relazionali dove si mostra la difformità.

Nel corso del seminario proporrò esemplificazioni cliniche che meglio possono descrivere le difficoltà, gli inganni, le ingenuità cui si è spesso assoggettati, al fine di svelarne le potenzialità distruttive, non immediatamente visibili, differiti nel tempo a venire, quando i tentativi di superare il malinteso saranno indeboliti.

Un aspetto particolare della riflessione riguarderà il ruolo e la funzione che l'istituzione e i dispositivi clinici hanno nel generare l'invisibilità del malinteso

Sandro Spinsanti - Una terapia su misura: Il modello sartoriale - taylored medicine - nella cura

Tradizionalmente nella pratica della medicina, così come è stata regolata dall’etica ippocratica, le scelte che venivano attribuite alla competenza del medico erano quelle relative alla terapia. Il medico non poteva lecitamente scegliersi il malato – soprattutto in base a criteri economici, favorendo le persone abbienti e scartando i poveri – ma aveva un obbligo morale di cura nei confronti di tutti i malati. Peraltro, le scelte terapeutiche erano escluse dall’ambito decisionale del paziente: a questi si richiedeva solo un’adesione alle decisioni prese dal medico. Il paradigma della modernità ha modificato il modello di tipo paternalistico: le decisioni vanno condivise tra il medico e il paziente, previa informazione. È il modello del “consenso informato”. Nel nuovo schema si evidenzia la possibilità di divergenze che erano solo remote in passato. Si tratta dei conflitti che nascono quando il medico non condivide, in base alle proprie scelte morali o a considerazioni di natura clinica, le preferenze del paziente. Ma anche la persona malata può sentire più o meno garantita la propria autonomia, a seconda del medico che la prende in cura. Si evidenzia così un nuovo scenario di scelte reciproche, che richiede trasparenza e responsabilità.

Il nuovo modello di rapporto tra i professionisti della cura e i cittadini che a essi fanno ricorso può a buon diritto essere denominato come “sartoriale”, estendendo la dizione inglese di “taylored medicine”, riferite di per sé a trattamenti basati sul profilo genetico della singola persona, fino a includere la cultura e il modo dei valori etici individuali. La “narrazione” viene a costituire lo strumento privilegiato per modellare le scelte e personalizzare le cure.

Argomenti tematici:

  • Dalla medicina paternalistica al consenso informato;
  • La traslocazione del potere in medicina;
  • La guarigione: modi e gradi;
  • Conflitti (etici) e composizioni in sanità;
  • Evidence Based Medicine e Narrative Based Medicine (la medicina che conta e quella che racconta: obiettivi e metodi a confronto).

Stefano Cirillo - Adolescenza ed aggressività auto ed eterodiretta: i disturbi del comportamento alimentare nelle femmine e la tossicodipendenza nei maschi

La crisi adolescenziale rappresenta com’è ben noto una fase difficile non solo per il soggetto che la attraversa, ma per tutta la sua famiglia. Nel seminario il relatore presenterà i percorsi individuali e familiari che possiamo rintracciare in terapia quando il processo adolescenziale si è incagliato, dando luogo a una patologia: esamineremo i casi differenti ma analoghi di due sintomatologie tipicamente maschili e femminili.

Ci aiuteranno due casi illustrativi, con materiale videoregistrato.

Natale Losi - La prescrizione nella clinica etno-sistemico-narrativa: idee da “Cappuccetto Rosso”

La clinica etno-sistemico-narrativa (ESN) propone una lettura etno-antropologica per la comprensione dell’efficacia della tecnica delle prescrizioni. In questa prospettiva, le prescrizioni, al di là del loro contenuto, sono proposte come complesso armonizzato con i tempi e i dispositivi di cura.

Il seminario intende offrire un approfondito esempio della lettura delle prescrizioni in una prospettiva ESN, attraverso un’introduzione teorica e un’esercitazione pratica e partecipata, in cui potranno anche essere prese ad esempio storie cliniche proposte dai partecipanti.