"Natale Losi, Direttore della Scuola Etno-Sistemico-Narrativa di Roma, riconosciuta dal MIUR (Ministero dell'Istruzione Universitaria e Ricerca). Psicoterapeuta familiare formato alla scuola di Mara Selvini Palazzoli, etnoterapeuta, antropologo-medico e sociologo collaborato con Tobie Nathan a Parigi ed in Kosovo. Ha fondato e diretto per quindici anni l'Unità Psicosociale e di Integrazione Culturale dell'Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (Ginevra/Roma). Ha lavorato in programmi di ricerca e intervento per la collaborazione tra sistemi sanitari convenzionali e tradizionali in Africa (Mali e Etiopia) e sviluppato programmi e interventi sui traumi collettivi e l'attivazione della resilienza in numerosi paesi tra cui il Kosovo, la Serbia, la Palestina, il Libano, la Colombia, la Georgia. È il Presidente di Interculture International e ha insegnato in Svizzera (Ginevra) e in Italia nelle Università di Milano e Perugia. È rispettivamente Visiting Professor e Docente all'Università di Essex (UK) e nel Master “International Trauma” dell'Università di Harvard (USA). Attraverso la sua esperienza clinica e accademica ha sviluppato l'approccio etno-sistemico-narrativo, che include narrazione e memoria – in particolare nelle comunità di migranti – come strumento fondamentale di integrazione culturale e resilienza.
Queste idee sono discusse nelle sue recenti pubblicazioni, che includono: Critica del trauma. Modelli, metodi ed esperienze etnopsichiatriche, Quodlibet Studio, 2020. Guérir la Guerre.Des récits qui soignent les blessures de l’âme, L'Harmattan, 2016; Guarire la Guerra. Storie che curano le ferite dell'anima, Torino, L'Harmattan Italia, 2015; Vite Altrove, Migrazione e disagio psichico, Milano, Feltrinelli, riedizione del 2010 presso Borla, Roma nella collana Radici e labirinti; Archive of Memory, Supporting Traumatized Communities
Sono nata al Cairo, in Egitto. La mia storia è legata a due mondi, i miei ricordi d’ infanzia, una terra perduta e una terra di accoglienza, sapendo che non ci sarebbe stato un ritorno. La mia ricerca d’identità ha determinato le mie scelte professionali e di vita: studi di Medicina a Milano e per alcuni anni medico in interventi di emergenza e post-conflitto in Zimbabwe ed Etiopia. Questa prima fase mi ha permesso di capire che si può allo stesso tempo essere stranieri ovunque sia sentirsi a casa nel mondo. Sono poi stata responsabile di programmi di salute delle donne e prevenzione della violenza per l'Organizzazione Mondiale della Sanità (Addis Abeba e Ginevra). Attraverso queste esperienze ho sviluppato programmi e strumenti di formazione indirizzati alla protezione di donne e bambini colpiti dalle guerre, al rafforzamento della resilienza e al superamento dei traumi collettivi in Rwanda, Burundi, Algeria, Bosnia, Kosovo e Mozambico. In seguito a queste esperienze ho poi deciso di specializzarmi in psicoterapia sistemico familiare. Ho sviluppato programmi psicosociali per le Nazioni Unite basandomi sull'approccio etno-sistemico-narrativo adattato alle realtà di molti Paesi africani. Ho fondato la Scuola ESN con Natale Losi. Sono socio fondatore di Interculture International Foundation. Attualmente sono didatta della Scuola ESN e responsabile del polo Clinico della stessa.
Tra le mie pubblicazioni :
Sono psicologa e psicoterapeuta di formazione sistemico-relazionale, mediatrice Familiare Sistemica, e Consulente Tecnico di Ufficio e di Parte per le perizie giudiziali con un approfondimento alla mediazione culturale.
Collaboro da molti anni con il Servizio Pubblico, a sostegno delle famiglie e delle coppie presso l’unità operativa semplice Consultorio Familiare dell’ASSL4 Veneto Orientale e con enti privati a sostegno della genitorialità per le famiglie con figli con disabilità. In questo ambito specifico svolgo formazione sul campo con operatori ed educatori.
Lavoro privatamente presso il mio studio a Treviso, dove mi occupo anche di progettualità nel mondo scolastico come consulente presso Sportelli Ascolto.
Sono socio-didatta di Mediazione Familiare abilitata da AIMS e socio-professionista AITF.
L’incontro con Natale Losi, avvenuto nel 2011, mi ha dato la possibilità di conoscere ed approfondire l’approccio etno-sistemico-narrativo, che ho sentito più che mai attuale nei suoi fondamenti teorici e nella sua applicazione clinica, particolarmente adatta nel lavoro con persone che provengono da un “altrove”.
Nella mia attività di professionista e di consulente tecnico, mi sono trovata spesso a collaborare con i servizi territoriali nella valutazione delle capacità genitoriali con famiglie straniere in carico ai servizi sociali.
La complessità dell’approccio ESN e la sua specificità mi hanno dato modo di lavorare in questi contesti, introducendo nuovi strumenti e letture più ricche, che tengono conto degli aspetti culturali di riferimento e del rapporto tra culture dominanti e minoritarie, e delle dinamiche interculturali che il processo di integrazione e il “meticciato” comportano.
Da alcuni anni sono didatta del primo biennio presso la Scuola di Specializzazione in Psicoterapia Etno-Sistemico-Narrativa di Roma, dove mi occupo soprattutto della formazione di base dell’epistemologia sistemica.
Sono psichiatra e psicoterapeuta; mi sono laureata in Medicina e Chirurgia e specializzata in Psichiatria a Napoli. Durante il corso di laurea sono stata volontaria presso il Centro di Salute Mentale di Scampia, fondato da Sergio Piro (uno dei principali esponenti in Italia del movimento anti-istituzionale che ha portato alla nascita della legge Basaglia), che ho avuto la fortuna di conoscere.
Durante la specializzazione mi sono occupata principalmente di psicoterapia di gruppo per adolescenti e di psicodramma.
Ho proseguito la formazione con il Master “Harvard Program in Refugee Trauma” e con la specializzazione in Psicoterapia Sistemica ad Orientamento Etno-Sistemico-Narrativo presso la Scuola diretta da Natale Losi.
Ho lavorato come psichiatra e psicoterapeuta in diversi Servizi di Salute Mentale (SPDC e CSM) in Emilia Romagna e in Veneto e lavoro attualmente in un Centro di Salute Mentale nell’area nord di Napoli.
Mi occupo, nella clinica e nella didattica, di declinare l’approccio etno-sistemico-narrativo nel lavoro quotidiano nei servizi pubblici di salute mentale e nelle istituzioni in genere.
“Aprire l'Istituzione non è aprire una porta, ma la nostra testa di fronte a “questo” malato.”
(Franco Basaglia – Lezione agli infermieri, Trieste 1979)
Sono psicologa e psicoterapeuta, formata presso la Scuola Etnopsi di Roma.
All’inizio della mia attività professionale, negli anni ’90, ho lavorato in progetti del Comune di Roma mirati alla scolarizzazione dei minori rom e sinti, alla prevenzione delle dipendenze patologiche e dei comportamenti a rischio nei campi nomadi. A partire da questa esperienza ho approfondito la mia riflessione sui temi del “nomadismo” e dello “sradicamento” in direzione della valorizzazione degli aspetti di scelta e autodeterminazione di chi sa mettere radici in qualunque luogo possa realizzare la propria storia.
In seguito, il lavoro con diversi enti e associazioni romane in progetti rivolti a minori e famiglie, sia in contesti educativi che in contesti di disagio psicosociale, come pure l’attività svolta presso gli Istituti Penitenziari di Rebibbia, hanno consolidato in me l’idea della necessità di affrontare con nuovi strumenti la sfida della creolizzazione delle società contemporanee, amplificando lo sguardo “occidentale” sulla salute, sul disagio psichico e sulla cura.
Svolgo da diversi anni attività clinica privata, sia individuale che di coppia e familiare, e mi occupo di formazione e supervisione in progetti per rifugiati e richiedenti asilo.
Dal 2016 collaboro sia in qualità di didatta che alle attività del Polo Clinico con la Scuola Etnopsi, con cui condivido una visione politica della psicoterapia, disciplina di natura rizomatica, per dirla con Deleuze e Guattari, decentrata e non gerarchica, atta a co-costruire con i pazienti mappe di vita, “cartografie” del cambiamento e della differenza.
“L’ altro da me è il filo che ho perso e che permette di ritrovarmi”.
Psicologa-Psicoterapeuta a orientamento psicoanalitico lacaniano, dal 1999 specializzata in etnopsicologia. Il "filo" che ha permesso di ritrovarmi, partendo dalle mie esperienze nel sociale (tossicodipendenze, autismo, responsabile terapeutico e supervisore di Comunità per minori e madre-bambino) mi ha condotto lì, dove sapevo che sarei arrivata, quando nel 1989 avevo fortemente voluto fare una tesi di laurea sul razzismo. Nel 1999 inizio a lavorare come etnopsicologa e supervisore d’equipe per progetti Sprar, Cas, Siproimi, Corridoi umanitari, progetti di protezione sociale per vittime di tratta nel Veneto e Friuli Venezia Giulia. Ma è nell'incontro con Natale Losi che comprendo appieno il senso della narrazione come cura, come cura ESN. Il filo, da quel momento, non si è più spezzato, si è invece arricchito di una docenza nella Scuola ESN, di formazioni e supervisioni in Italia, di collaborazioni con le Scuole e di uno attività privata a Treviso dove ricevo pazienti di tutte le culture e provenienze.
In Nicaragua sono stato Profesor Principal di Psicologia Medica e Psicopatologia e Direttore del Dipartimento di Salute Mentale alla Facoltà di Medicina di León. Come Responsabile Regionale di Salute Mentale e Membro del Consiglio Tecnico Nazionale di Psicologia ho organizzato diversi programmi di Salute Mentale per il Ministero della Salute del Nicaragua. Mi sono formato In America Latina in Psicoterapia Analitica di Gruppo e Teoria Sistemico-relazionale e ho lavorato tra gli altri con Marie Langer, Sylvia Bermann, Ignacio Maldonado, Jorge Margolis, Mario Campuzano. In Europa ho approfondito le conoscenze su questi temi.
Ho una lunga e vasta esperienza in traumi di guerra, traumi collettivi, meccanismi ed effetti della guerra psicologica e prevenzione del panico collettivo. Ho lavorato con i reduci di guerra e ho approfondito gli studi su i processi e gli effetti delle guerre del Centro America negli anni Ottanta.
Sono esperto nel lavoro con piccoli e grandi gruppi e negli anni ho contribuito a diverse pubblicazioni nel campo della Salute Mentale e dei processi di trasformazione psico-antropologica a livello transgenerazionale.
Nell’ultimo decennio mi sono dedicato alla costruzione di un’esperienza itinerante, formandomi e sperimentandomi in Italia e all’estero, in Spagna e in Latino America. Ho sviluppato numerose esperienze nell’ambito delle Comunità e della marginalità sociale.
Sono uno psicoterapeuta specializzato presso la scuola Etnopsi di Roma ad indirizzo Sistemico-Relazionale e orientamento Etno-Sistemico-Narrativo. Tale specializzazione mi ha permesso di costruire le basi per il lavoro psicologico e psicoterapeutico con adolescenti, adulti, coppie e famiglie e mi ha fornito le competenze per lavorare anche con persone provenienti da altri paesi, in particolare come terapeuta e/o supervisore di Centri o Case Famiglia per persone vittime di tratta e minori stranieri non accompagnati.
Oltre alla libera professione sto continuando, inoltre, a collaborare con la Scuola di Specializzazione in qualità di Psicoterapeuta all’interno del Polo clinico e di didatta.
Mi sono specializzata in psicoterapia con la Scuola Etno-Sistemico-Narrativa nel 2015.
Ho lavorato nell'ambito della salute mentale per sette anni poi mi sono occupata dei temi relativi alle migrazioni per altri dieci, in particolare coordinando un centro di accoglienza per donne e operando come psicologa in un centro per famiglie.
Attualmente vivo nelle Marche e oltre a esercitare privatamente la professione come psicoterapeuta, sono vice-presidente di Ricerca/Azione-Diritti RAD, un’Associazione di Promozione Sociale che si occupa di tutela e promozione dei Diritti Umani e svolge attività di inclusione sociale, ricerca e formazione.
Faccio parte della Scuola Etno-Sistemico-Narrativa dal 2011 e attualmente collaboro nella didattica e nel polo clinico. In particolare, con un gruppo di colleghi abbiamo curato la presa in carico di alcune famiglie migranti per quanto riguarda il tema degli affidi e delle adozioni.
Etnopsi costituisce per me un laboratorio di pensiero vivo e mutevole, soggetto a continue amplificazioni che mi consente di restare connessa in maniera critica con le dinamiche sociali in continuo mutamento.
La porta di ingresso scelta dal pensiero ESN, quella che mi ha permesso di varcare una soglia nella mia formazione, è quella della migrazione, dello sradicamento e degli infiniti radicamenti possibili solo nell'incontro con altre radici.
Per dirla con Edmond Jabes (poeta francese nato al Cairo e vissuto in Francia dopo essere stato espulso dall'Egitto perché ebreo)
" Lo straniero ti permette di essere te stesso facendo di te uno straniero”.
Mi sono specializzata in Psicoterapia presso la Scuola Etno-Sistemico-Narrativa nel 2017.
Ho lavorato in ambito educativo, nella formazione, nell’ambito dello sviluppo di comunità e ho avuto la possibilità di partecipare a progetti di cooperazione internazionale a Nairobi (Kenya), fino a dedicarmi, negli ultimi dieci anni, al lavoro con persone migranti e nuovi cittadini.
Dal 2014 svolgo attività di consulenza etno-psicologica tra il Veneto e il Friuli, in diversi progetti di accoglienza rivolti a richiedenti asilo e rifugiati (Sprar-Siproimi-Sai), e collaboro con scuole ed enti pubblici in percorsi rivolti a famiglie e ragazzi di origine straniera.
Vivo a Padova, faccio parte del corpo docente della Scuola Etno-Sistemico-Narrativa e sono studentessa in Scienze delle Religioni (Università Cà Foscari di Venezia e Università degli Studi di Padova).
Fin da quando ho iniziato a formarmi come psicoterapeuta, seguendo in particolare l’approccio ESN, ciò che più mi motiva è la curiosità di capire come apprendere maggiormente da coloro che vengono da mondi “altri”, rispetto al mio, per potersi riguardare con occhi nuovi, e riconsiderare le nostre categorie di cura, di persona o di Psiche/Anima, perfino di Tempo e Spazio. Arricchirle, ibridarle per immaginare una “nuova poetica della relazione”, mi sembra una sfida fondamentale, come ci suggerisce Eduard Glissant. Preparandosi quindi a dare il benvenuto a quello che Marcelo Pakman definisce l’evento poetico, cioè “Essere convinti che lo stato delle cose non definisce le possibilità più importanti, quelle che si aprono verso la costruzione di nuove verità. Essere pronti all’evento consiste nell’essere in uno stato mentale nel quale uno è consapevole che l’ordine del mondo e dei poteri prevalenti non hanno il controllo assoluto di tutte le possibilità.” (Alain Badiou, Fabien Tarby, La philosophie et l’evenement).