Seminario di formazione con Pietro Barbetta
"Due regimi di follia: delirio segmentario e delirio radiale"
Domenica e Lunedì 23-24 giugno 2019
A partire dal testo di Gilles Deleuze Due regimi di follia, Pietro Barbetta parlerà delle differenze tra delirio segmentario e delirio radiale. Il primo verrà esemplificato attraverso l’opera di Antonin Artaud, il secondo attraverso l’analisi di casi clinici.
Informazioni organizzative
Orario: domenica 10-18 e lunedì 9-17.
Sede:
Domenica: via Cesare Balbo, 4 – 00184 - Roma.
Lunedì: Piazza Oderico da Pordenone, 3 - 00145 Roma.
Contatti: info@etnopsi.it – 3317149736.
Biografia
Pietro Barbetta è Direttore del Centro Milanese di Terapia della Famiglia. In coollaborazione con Umberta Telfener, è uscito, in questi giorni, il libro Complessità e psicoterapia. L’eredità di Boscolo e Cecchin, per l’editore Raffaello Cortina.
Seminario di formazione con Marcelo Pakman
Interculture International Foundation e Scuola Etno-Sistemico-Narrativa presentano:
Micro-politiche ed esperienze singolari nei processi migratori. Un approccio clinico.
Seminario di formazione con Marcelo Pakman
Sabato e Domenica 13-14 aprile 2019
Sede: Via Cesare Balbo, 4 Roma.
I confini tra etnicità e culture, diversamente dalla spinta spesso trasmessa loro da forze politiche rigide, possono essere potenzialmente fluidi e aperti al cambiamento. Questo è particolarmente vero per chi esperimenta questi confini come situazioni di vita caratteristiche nei propri ambienti sociali, e consente alla terapia di avere una possibilità di dare spazio alle individualità e anche di esplorare il doppio cieco tra il proprio e altri gruppi etno-culturali; in particolare quando sostengono a un livello soggettivo le micropolitiche della migrazione e della vita delle minoranze. Durante il seminario esamineremo situazioni cliniche portate dai partecipanti ed esploreremo i cambiamenti sperimentati dalle famiglie e dagli individui attraverso i processi migratori. Analizzeremo anche i processi di riduzione del rischio che potrebbero essere attuati per evitare forme ideologiche e burocratiche d’ingegneria sociale, che spesso i servizi sociali tendono ad attuare.
Informazioni organizzative
Orario: sabato 10-18 e domenica 9-17.
Sede: via Cesare Balbo, 4 - Roma
Contatti: info@etnopsi.it – 3317149736.
Biografia
MARCELO PAKMAN, è uno psichiatra di comunità, psicoterapeuta e terapeuta familiare. Nato in Argentina, vive negli USA dal 1989, il Dr. Pakman ha una lunga esperienza clinica con famiglie, coppie e individui ed è conosciuto per un pensiero che si articola tra critica sociale, filosofia ed epistemologia da un lato, e pratica clinica dall’altro. È stato vice-presidente dell’American Society of Cybernetics e dell’American Family Therapy Academy e presidente del Comitato per i diritti umani di quest’ultima. È stato membro dei comitati editoriali di diverse riviste in Nord e Sud America, come in Europa. Il Dr. Pakman è un conferenziere e professore che ha fatto numerosi corsi, seminari e workshops in più di 110 città di Nord e Sud America, Europa e Asia. È stato professore al Polytechnic University di Hong-Kong e dal 2000 ha organizzato corsi estivi intensivi in spagnolo, tenuti in differenti luoghi e frequentati da più di 1200 operatori che occupano ruoli rilevanti in più di 20 paesi e considerano quell’esperienza come il momento di svolta nelle loro vite professionali, da quando questi corsi sono stati fondati negli anni ’70 dal Dr. Carlos Sluzki.
Nella sua pratica saggistica e d’insegnamento, il Dr. Pakman si è focalizzato su situazioni di povertà, violenza e dissonanza etnica attraverso pratica clinica, epistemologia e filosofia; e in generale sulle politiche di salute mentale di comunità e diritti umani, sulla testimonianza e la memoria. Egli ha anche scritto e insegnato estensivamente sulle micropolitiche della vita quotidiana e della psicoterapia, sugli eventi di trasformazione poetica durante i processi terapeutici, e sul ruolo delle immagini e dell’immaginazione per la preservazione delle micropolitiche dominanti così come per l’emergenza di quegli eventi poetici. Pakman ha dunque sviluppato una concezione critico-poetica della psicoterapia.
Il Dr. Pakman è autore di molti articoli e capitoli di libri pubblicati in inglese, spagnolo, italiano, francese e portoghese. È anche il curatore dei lavori di Heinz Von Foerster: Las semillas de la cibernética, e della versione spagnola di Verso un’ecologia della mente, di Gregory Bateson, così come di Introducción al pensamiento complejo, di Edgar Morin.
Il Dr. Pakman è autore di Palabras que permanecen, palabras por venir: Micropolítica y poética en psicoterapia (2011) e di Texturas de la imaginación: más allá de la ciencia empírica y del giro lingüístico (2014), il primo volume della trilogia El espectro y el signo, entrambi pubblicati da Editorial Gedisa di Barcelona. La versione italiana di quest’ultimo libro è stato pubblicato col titolo Immagine e immaginazione in psicoterapia. Al di là della scienza empirica e della svolta linguistica (Traduzione e cura di Gabriella Erba) da Alpes, Roma (2018). Il secondo volume della trilogia, El sentido de lo justo: Para una ética del cambio, el cuerpo y la presencia was published in 2018.
Alcune pubblicazioni degli ultimi anni:
Pakman, M. (Octubre 2018), El sentido de lo justo. Para una ética del cambio, el cuerpo y la presencia, Gedisa: Barcelona.
Pakman, M., “Micropolitics and Poetics in Couple and Family Therapy”, in Lebow, Breunlin, Chalmers, Encyclopedia of Couple and Family Therapy (2017), Springer: New York.
Pakman, M. & Sluzki, C.E, "Torture in Couple and Family Therapy," in Lebow, Breunlin, Chalmers, Encyclopedia of Couple and Family Therapy (2017), Springer: New York.
Pakman, M. "Prólogo" in Moreno Alicia (Editor), La práctica de la terapia sistémica (2017), Desclée: Madrid.
Pakman, M., Sentido e consciência em uma clinica da verdade, en Noos, número 56-3 (2016), Rio de Janeiro-Sao Paulo.
Pakman, M., "Beyond Biology and the Linguistic Turn: Event, Singularity, Sense and the Work of Imagination," in Imelda McCarthy and Gail Simon (Editors), Systemic Therapy as Transformative Practice (2016), chapter 24, Everything is connected: UK, 386-401.
Pakman, M. "Tiempos crueles y lógicas en colusión: Subjetividad, verdad y libertad",
Online bulletin of the Asociación Mexicana de Terapia Familiar, Agosto de 2016.
Barbetta, P. & Pakman, M, "Sfrutamento", Doppiozero, 10/19/15. Reprinted as "Explotación", en Sistemas Familiares, October 2016.
Pakman, M. "Clínica Sistémica: Una breve nota macroscópica sobre sus orígenes y desarrollo en contraste con el psicoanálisis", www.psychitryonline.it el 28/4/16. Reprinted at the online bulletin of the Asociación Mexicana de Terapia Familiar, mayo 2016.
Pakman, M. (2015), A commentary on Birdman, Online bulletin of the Asociación Mexicana de Terapia Familiar, February 2015.
Pakman, M. (2014), Texturas de la imaginación: Más allá de la ciencia empírica y del giro lingüístico. Gedisa: Barcelona.
Pakman, M. (2011), Palabras que permanecen, Palabras por venir: Micropolítica y Poética en psicoterapia. Gedisa: Barcelona.
Seminario di formazione con Tobie Nathan, Catherine Grandsard e Nathalie Zajde
Centre Georges Devereux e Scuola Etno Sistemico Narrativa
2-3 marzo 2019
Il mondo è in movimento come non mai. Le frontiere sembrano essere scomparse ed emerge drammaticamente una questione: come accogliere gli “altri”. Come evitare di maltrattarli, respingerli, ignorarli?
Se dovessimo esprimere in sintesi l’etnopsichiatria sviluppata da Tobie Nathan, si potrebbe definirla come “una psicologia che pensa l’ospitalità”. Il dispositivo della consultazione creato da Tobie Nathan nel 1979, che riunisce attorno al paziente e ai suoi, gli operatori socio-sanitari che l’hanno in carico e l’equipe multi etnica e pluri-professionale di etnopsichiatria e almeno un mediatore etno-clinico, permette di accogliere il paziente, malgrado la sua vulnerabilità e le sue sofferenze, innanzitutto come un soggetto ricco della sua cultura, del suo mondo, portato da un gruppo e delle forze, spesso invisibili a un primo sguardo. Isabelle Stengers, nella prefazione di “Non siamo soli al mondo” di Tobie Nathan, scrive a proposito dell’etnopsichiatria del Centre Devereux: “È imperativo di non appropriarsi di un’idea di universalità, di non fare di “noi” i suoi rappresentanti… E soprattutto di non approfittarsi della debolezza e della confusione dell’altro per tentare di convertirlo in un ”qualunque”.
Tobie Nathan propone d’accogliere e curare i soggetti con sofferenze psichiche non come dei “qualunque” (Psicoterapia democratica, Raffaello Cortina 2013), degli umani universali e anonimi e banali, inseriti in un universo popolato da soli umani, ma come degli esseri connessi a delle forze, a dei “proprietari” che sono la condizione della loro individualità e che sono l’origine, sia del loro malessere, sia delle loro risorse e guarigione.
L’etnopsichiatria si sforza di mettere in luce la razionalità, l’intelligenza e la logica del funzionamento di questi non umani, che accompagnano e obbligano gli umani. Accogliere gli esseri umani venuti d’altrove consiste allora nel dotarsi dei mezzi per accogliere degli autentici “stranieri”, ovvero i non-umani – gli dei, i morti, gli spiriti, gli antenati, ecc. – che accompagnano i migranti che noi riceviamo. Ma, il presupposto a questo, come scrive Nathan nelle sue opere (L’étranger ou le pari de l’autre, Edizioni Autrement 2014 e Quando gli dei sono in guerra, La Scuola 2017), è il riconoscimento che se gli umani sono tutti uguali, i loro “proprietari”, le loro divinità, i loro demoni, i loro spiriti, i loro antenati, sono ben differenti e spesso antagonisti: “Se accettiamo in qualche modo questa descrizione dei conflitti planetari, allora possiamo facilmente immaginare che la Terra sia diventata uno spazio di scontro tra divinità che conservano, ciascuno un proprio progetto, oggi obsoleto, di una conquista totale del mondo”. (Quando gli dei sono in guerra, La Scuola 2017).
Le due giornate di formazione all’etnopsichiatria, del 2 e 3 marzo 2019, animate da tre membri dell’equipe del Centre Georges Devereux: Tobie Nathan, Catherine Grandsard e Nathalie Zajde, offriranno l’occasione di illustrare questi temi anche attraverso la discussione di situazioni cliniche seguite al Centre Georges Devereux. Tobie Nathan rifletterà su qualche divinità, attraverso la loro interazione, i loro statuti religiosi, i loro legami con gli umani che le sostengono, le onorano o le rinnegano. Catherine Gransard presenterà dei casi di Minori Non Accompagnati, bambini e costruzione identitaria, “inviati” da gruppi culturali e sociali invisibili, seguiti nella consultazione di etnopsichiatria e particolarmente delle ragazze toccate da problemi di “stregoneria”. Nathalie Zajde, seguendo il concetto nathaniano di “qualunquificazione”, proporrà una nuova comprensione della distruzione degli ebrei nei campi di sterminio nazisti, dei traumi della Shoa e della loro trasmissione alle generazioni seguenti; infine svilupperà il principio di “de- qualunquificazione” come processo psicoterapeutico.
Per saperne di più...
Per co-costruire in una logica di arcipelago proponiamo una serie di link ragionati dove potrete trovare eventi e materiali relativi a migrazione, sistemi complessi, narrazioni, terapie e altro:
Institut du Tout-Monde - è stato creato per iniziativa di Edouard Glissant e si propone di far progredire la conoscenza dei fenomeni e processi di creolizzazione, e di contribuire a diffondere la straordinaria diversità degli immaginari dei popoli, che esprimono tali immaginari attraverso la molteplicità delle lingue, la pluralità delle espressioni artistiche e l'inaspettato degli stili di vita.
Circolo Bateson - Organizza seminari, eventi, incontri di lettura per esplorare le intuizioni di G. Bateson. Il prossimo seminario nazionale si terrà il 12 e 13 giugno 2010 sul tema "Cultura: che cosa sta succedendo?"
network della Rivista del master di intercultura di Padova - Un sito e un network che hanno per scopo la promozione di contatti tra operatori, studenti e ricercatori, ma anche enti ed associazioni di ogni provenienza geografica e culturale nell’ambito delle pratiche interculturali. Il network punta a disintermediare il contatto tra operatori, sostenendo lo sviluppo di comunità di lavoro dedicate alla promozione del dibattito sui diritti umani, allo sviluppo di iniziative artistiche e culturali e alla sperimentazione sociale in ambito di Web 2.0. Vuole altresì proporsi come luogo di incontro pluridisciplinare, in vista di redazione o partecipazione a bandi.
Promossa nell'ambito del Fondo Europeo per i Rifugiati, l'iniziativa di informazione e formazione, rivolta ad operatori dei centri di accoglienza e del territorio intende rispondere alla necessità di creare sistemi e sinergie per qualificare le possibilità di presa in carico delle persone più vulnerabili che richiedono protezione internazionale.
L'associazione ETNA è un'interfaccia tra l'etnopsicologia e la psicologia analitica junghiana. Promuove ricerca e interventi per la riduzione e la prevenzione di condizioni patologiche legate alla condizione migrante. http://www.etnopsicologianalitica.com/S%C3%A9-Minari%20di%20Etnopsicologia-ETNA2013.pdf
Defence for Children International promuove e tutela i diritti delle bambine e dei bambini per costruire con loro un mondo diverso, capace di considerare le conseguenze delle proprie azioni; analizza le ragioni e denuncia le responsabilità che conducono a negare i diritti dell’infanzia; realizza campagne di azione per modificare le cause e i fattori che determinano le violazioni.
Quel che resta del Mondo - Blog partecipato di Fabrice Olivier Dubosc su psiche, 'nuda vita' e questione migrante.
Shinui - Corso di counseling e mediazione interculturale a Bergamo
a proposito di teatro segnaliamo anche le iniziativa della compagnia scarlattine teatro (www.scarlattineteatro.it)
Leggi tuttoPRESENTAZIONE
La Scuola Quadriennale di Psicoterapia ad Indirizzo Sistemico-Relazionale e Orientamento Etno-Sistemico-Narrativo è l'unica Scuola riconosciuta in Italia ad applicare questo orientamento.
SBOCCHI PROFESSIONALI
La Scuola fornisce una specializzazione sia per il lavoro psicoterapeutico con le famiglie, con gli individui ed i gruppi, attraverso il classico approccio sistemico-relazionale; sia per il lavoro etnopsichiatrico, particolarmente indicato nei contesti in cui le migrazioni e la creolizzazione della società richiedono nuovi strumenti di comprensione, tanto per il lavoro con i migranti, quanto per quello con gli "autoctoni".
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